Sono venuti a protestare sotto Palazzo San Giacomo, e poi davanti al consiglio comunale, per dire che no, a Napoli Est non sentivano la mancanza di altre questioni ambientali. Il comitato No all’inceneritore per animali ha ingaggiato da mesi una battaglia, anche legale. L’impianto è pronto a partire, e sorge nel comune di San Giorgio a Cremano. Ma è a pochi metri da San Giovanni a Teduccio, periferia orientale napoletana. “A ridosso delle abitazioni, in un centro densamente abitato” spiega l’avvocato Corrado Di Maso. Lui è tra i promotori di una petizione popolare ai sindaci di Napoli e San Giorgio. L’iniziativa chiede un intervento “con i poteri per la tutela della salute pubblica”. Tuttavia, “fino ad oggi c’è stato un silenzio assordante” accusa Di Maso.
L’attività è di una ditta, e riguarda la cremazione di animali domestici. Si trova in via Cupa Mannini, nota anche come via Carceri Vecchie. “Nonostante l’area sia individuata come zona industriale – dice Patrizia Nola, consigliera comunale del M5S a San Giorgio – è in prossimità di un centro fortemente urbanizzato”. Da qui le preoccupazioni del comitato. “Non siamo contrari a queste strutture, sia chiaro – aggiunge l’esponente pentastellata -, ma devono essere realizzate lontano dai centri abitati”. Il pressing è per un tavolo congiunto tra i sindaci.
E Sergio D’Angelo, capogruppo comunale di Napoli Solidale, annuncia una mozione per il prossimo consiglio. “Nella seduta dell’11 dicembre – afferma – voteremo per impegnare l’amministrazione cittadina a verificare la legittimità dell’impianto”. In caso di approvazione, partirà l’invito a Manfredi, anche sindaco metropolitano: diffidare il Comune di San Giorgio a non consentire più l’attività. Per D’Angelo è infatti “falso sostenere che il comune di Napoli non abbia competenza”. Durante il contemporaneo consiglio comunale, Gennaro Esposito (Azione) ha espresso solidarietà ai cittadini, chiedendo anche lui un impegno concreto del sindaco Manfredi.