“Dopo 20 anni dall’uccisione di mia figlia tanti giovani continuano a perdere la vita a Napoli ogni giorno. Dobbiamo fermare questa violenza e fare ancora di più! I ragazzi hanno bisogno di essere seguiti e di cultura e lavoro per scegliere la legalità. Abbiamo chiesto alla Regione e al Comune di finanziare la Biblioteca per proseguire il nostro impegno, ma nessuno ad oggi l’ha presa in carico. Chiediamo allora alla società civile di sostenerla”. L’appello è di Giannino Durante, papà di Annalisa. Ed è per questo che parte ufficialmente una campagna di crowdfunding “+ Libri, niente armi”, finalizzata a costituire un fondo patrimoniale dedicato alle attività della Biblioteca sociale di Forcella per rafforzare l’impegno nel contrasto alla povertà educativa e prevenire le devianze e la violenza minorile.
“La biblioteca non può essere una struttura a tempo determinato – ha sottolineato in conferenza stampa il presidente dell’associazione Giuseppe Perna. Le istituzioni devono passare dalla logica dei bandi alla co-programmazione con gli Enti del Terzo Settore per generare interventi stabili a sostegno delle aree marginali e maggiormente a rischio della città. Per questo motivo, in assenza di finanziamenti dedicati, abbiamo lanciato questa campagna per raccogliere risorse da integrare ai progetti in essere. Se non basterà passeremo alla sottoscrizione di quote annuali. Dobbiamo riuscire ad istituire la Rete Forcella 0-6 per stare vicino alle famiglie nella prima infanzia e farci carico dell’educazione dei bambini e degli adolescenti fino alla maggiore età ed oltre, attraverso attività di lettura, scrittura creativa, teatro, arte, cinema, sport, musica, cittadinanza attiva, supporto psicologico, orientamento al lavoro e tutte le azioni possibili e necessarie per togliere i ragazzi dalla strada ed intervenire in maniera capillare ed efficace nei contesti familiari di provenienza”.
Le proposte di Perna sono state condivise dall’associazione Italiana Biblioteche, dalla Fondazione Polis, e dall’associazione Libera – Nomi, numeri e associazioni contro le mafie. L’iniziativa di oggi segue l’appello lanciato il 21 ottobre scorso alla presenza del prefetto Michele Di Bari, che ha raggiunto frattanto le 600 firme di adesione, tra le quali quelle di don Luigi Ciotti, Paolo Siani, Maurizio De Giovanni.
“La biblioteca non può essere una struttura a tempo determinato – ha sottolineato in conferenza stampa il presidente dell’associazione Giuseppe Perna. Le istituzioni devono passare dalla logica dei bandi alla co-programmazione con gli Enti del Terzo Settore per generare interventi stabili a sostegno delle aree marginali e maggiormente a rischio della città. Per questo motivo, in assenza di finanziamenti dedicati, abbiamo lanciato questa campagna per raccogliere risorse da integrare ai progetti in essere. Se non basterà passeremo alla sottoscrizione di quote annuali. Dobbiamo riuscire ad istituire la Rete Forcella 0-6 per stare vicino alle famiglie nella prima infanzia e farci carico dell’educazione dei bambini e degli adolescenti fino alla maggiore età ed oltre, attraverso attività di lettura, scrittura creativa, teatro, arte, cinema, sport, musica, cittadinanza attiva, supporto psicologico, orientamento al lavoro e tutte le azioni possibili e necessarie per togliere i ragazzi dalla strada ed intervenire in maniera capillare ed efficace nei contesti familiari di provenienza”.
Le proposte di Perna sono state condivise dall’associazione Italiana Biblioteche, dalla Fondazione Polis, e dall’associazione Libera – Nomi, numeri e associazioni contro le mafie. L’iniziativa di oggi segue l’appello lanciato il 21 ottobre scorso alla presenza del prefetto Michele Di Bari, che ha raggiunto frattanto le 600 firme di adesione, tra le quali quelle di don Luigi Ciotti, Paolo Siani, Maurizio De Giovanni.