“Una fase non può durare tre mesi. Nè era questo gli accordi con il sindaco Nargi, ci tengo a dire non di natura politica perchè un assessore tecnico, in quanto tale, viene chiamato per programmazione e progettazione che, ripeto, non può avere una scadenza temporale così breve, a maggior ragione per deleghe importanti”.
E’ un fiume in piena l’orami ex assessore del Comune di Avellino, il professore calabrese Leandro Vittorio Savio, delegato a Fondi europei, Programmazione strategica, Attività produttive, Commercio, Sport, e revocato dal sindaco Nargi ma che, in realtà, “avevo già inteso per mezzo stampa cosa stesse accadendo e stavo già raccogliendo le mie cose per andare via”.
Una lunga conferenza stampa quella tenuta dal professionista calabrese al Circolo della Stampa di Avellino per raccontare la sua verità e ricostruire i fatti dall’insediamento della giunta dello scorso 29 luglio sino all’epilogo dei giorni scorsi.
“So che tra qualche ora finirò nel dimenticatoio ma per amore di verità era necessario dire quello che è successo”, aggiunge entrando poi nel merito delle questione,
“Ho sentito dire che sono stato cacciato perchè riferimento del consigliere regionale Livio Petitto. Ci tengo a dire – rimarca Savio- che ho incontrato una sola vota in vita mia l’onorevole, quando già ero assessore e alla presenza dello stesso Sindaco in una pizzeria avellinese. Oltre questo un tecnico non è un politico, non viene indicato dalla politica ma viene chiamato per le sue competenze, E quando ho accettato la proposta del sindaco Nargi ho rinunciato ad altri due incarichi prestigosi, credendo nella sfida Avellino”.
Savio, ricordando anche le dimissioni del collega di giunta Edoardo Volino e le recenti dichiarazioni di Nargi che ormai la “fase uno” della giunta tenica è ai titoli di coda per lasciare spazio agli eletti, ribadisce come nulla quaestio rispetto alle prerogative di un Sindaco di fare scelte e la nomina in giunta degli eletti, “Ma in tre mesi nessuno, e ribadisco nessuno, può portare a termine un progetto che sia uno”.
Ed ancora Savio ricorda come in più interviste stampa la Nargi l’abbia definito un valido professionista. “Ed allora perchè mi ha revocato?”, domanda provocatoriamente.
Non parla di screzi veri e proprio con il Sindaco, “Ma piuttosto di un atteggiamento al quanto nervoso e in più occasioni, sia rispetto alla mia volontà di essere operativo ( ero stato chiamato per questo) sino al freno rispetto a Pnrr spostato poi alla compenza dell’assessore ai lavori pubblici Remo Della Longa, nonostante io avessi avvertito, e lo ribadisco, che se i progetti non verranno reidincontati a pagare sarà la città”.
Il professor Savio parla anche della mancanza di interlocuazione del Comune di Avellino con la Regione Campania, con il Governo centrale, “e questo isolamento non fa bene ad un’amministrazione“, ma anche con gli stessi consiglieri comunali, quei futuri assessori “che hanno sempre rimandato ogni confronto ad un domani che, chiaramente, non ci sarebbe mai stato. Solo una volta da me è venuto il consigliere Mario Spiniello– sleva- per bloccarmi rispetto alla volontà di ristrutturazione di una palestra a San Tommaso perchè, diceva, già oggetto di un project financing. Sarà molto vigile sulla questione anche da lontano”, avverte.
“Ma io non ce l’ho con i consiglieri comunali men che meno con l’ex sindaco Gianluca Festa- chiarisce– che hanno fatto il loro gioco di prendersi l’assessorato e mi auguro per loro possano fare di meglio avendo il tempo necessario.
Ma è inaccettabile che professionisti vengano chiamati e usati come carne di macello”.
Infine annuncia che impugnerà il provvedimento sindacale di revoca.