In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, nella serata dello scorso lunedì 25 novembre, in un affollatissimo salone del Convento San Francesco Benevento, un gruppo di allieve e allievi di TeSt – Teatro Stage, il Laboratorio di recitazione e sperimentazione scenica, fondato e diretto da Monica Carbini, ha proposto una serie di performance, volute e pensate appositamente per questo importante appuntamento, istituito dalle Nazioni Unite nel 1999, volto alla sensibilizzazione sui temi della violenza e della disparità di genere e a ricordare la realtà della condizione femminile, in molti paesi del mondo tristemente anacronistica e regolata, per retaggi culturali tribali e/o anche per leggi oppressive, da totale discriminazione e schiavitù.
Particolarmente coinvolgenti e toccanti le letture e i monologhi, molti scritti dagli stessi allievi, dedicati alla situazione registrata, purtroppo quotidianamente, dalle cronache della nostra attualità, fatta di continui eventi delittuosi, abusi, molestie, prevaricazioni e sfregi inaccettabili, tristemente e costantemente in crescita, nei confronti delle donne e messi in atto da uomini, spesso narcisisti manipolatori che approfittano della fragilità delle compagne o della propria posizione di potere nei confronti delle sottoposte, ma sicuramente tutti banalmente accomunati dal fatto che non riescono a rinunciare agli arcaici privilegi di una mentalità retrograda, patriarcale e maschilista.
Le attrici e gli attori coinvolti sono stati tutti bravissimi ed emozionanti e anche chi era alla sua primissima prova di fronte a un pubblico, dato l’argomento fortemente sentito, ha vinto la paura e trovato il coraggio di proporre il proprio testo.
Il gruppo era composto da Livia Allamprese, Mariapia Boffa, Francesca Bozzella, Alessandra De Figlio, Emma Di Maria, Maria Giulia Fabozzi, Costanza ed Eleonora Furno, Antonio Inserra, Antonella La Frazia, Darya Malykh, Sofia Romolo, Marialuisa Russo, Anna Chiara Serino, Matteo Terrone.
L’evento, che con grande soddisfazione ha visto una foltissima, straordinaria partecipazione di pubblico, con la presenza di uomini e donne insieme, si proponeva di condividere e stimolare una serie di riflessioni e constatazioni sulla condizione femminile e gli stereotipi di genere, sia in Italia sia all’estero, promuovendo osservazioni, approfondimento e, ove possibile, possibili soluzioni per una comune e condivisa cultura di libertà ed emancipazione femminile.
Al momento dell’Open Mic (microfono aperto) tutto il pubblico è stato invitato a prendere parte al dibattito con una personale testimonianza. Molti hanno voluto partecipare esprimendo una propria opinione sull’argomento della giornata, parlando e condividendo la propria esperienza.
Non è mancato nemmeno chi, purtroppo, è arrivato prevenuto e pronto a sollevare polemiche con superficiali tentativi di depistaggio logico, fuorvianti perplessità, idee preconcette e retrograde incomprensioni.
Gli altri uomini presenti sono voluti intervenire nel dibattito portando la loro solidarietà a tutte le donne e ribadendo il rifiuto a qualsiasi pregiudizio o forma di violenza nei confronti delle loro compagne, mogli, figlie, madri, amiche, colleghe.
Preziose e provvidenzialmente riequilibratrici sono state le definitive, graditissime, parole del Rettore dell’Università del Sannio, Gerardo Canfora, presente in sala, che ha voluto far chiarezza e ribadire con forza che le ragioni dei femminicidi e della violenza su tante, troppe, donne sono inequivocabilmente da ricercare nella mentalità e nel pregiudizio verso di esse, come categoria o genere considerato inferiore e soggiogabile, proprio come il pregiudizio di cui ad esempio sono vittime gli omosessuali, oggetto di brutali violenze o addirittura soppressione in molte nazioni, e, dunque, che i femminicidi devono essere riconosciuti e trattati come gravissimo e odioso reato a sé e non possono essere mai paragonati ai tantissimi, diversi omicidi, ascrivibili a motivi di delinquenza comune o altre ragioni giudiziarie, né tantomeno (sarebbe folle) a tutte le morti dovute a una guerra.
Monica Carbini ha condotto la serata invitando più volte le donne vittime di violenza a parlare, condividere, denunciare e chiedere aiuto, ricordando che la violenza e la disparità di genere non è un problema delle donne ma un problema di tutti, che si annida anche nelle migliori famiglie, e che anche e soprattutto gli uomini se ne devono pre-occupare.
Ha insistito dunque sull’importanza di un’educazione familiare e scolastica che, finalmente, “disegni la differenza di genere come ricchezza e non come forma di sopraffazione” come suggerito dall’amica giornalista Eusapia Tarricone.
Al termine dell’evento si è svolto un graditissimo, cordiale e allegro aperitivo con buffet, anche per celiaci e vegetariani, grazie all’aiuto di Antonietta Iele, mentre Maria Celeste D’Andrea ha contribuito all’accoglienza del pubblico in sala.
Un particolare ringraziamento è stato rivolto a Frate Luciano e al Convento San Francesco Benevento, per la vicinanza e l’ospitalità.
Test Teatro Stage, performance e dibattito contro violenza sulle donne
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