“Il Napoli deve tornare a certi livelli, ma servono tempo e pazienza: noi stiamo andando oltre le previsioni, nessuno pensava che dopo un terzo di campionato ci si trovasse in testa. Vuol dire che è stato fatto un ottimo lavoro e serve continuare, anche se la strada è lunga e difficile”. Lo ha detto a Radio Crc il direttore dello staff tecnico del Napoli, Lele Oriali.
L’ex guerriero del centrocampo di Inter e Fiorentina, campione del Mondo nel 1982 con l’Italia, delinea gli obiettivi da raggiungere con Conte in azzurro nei prossimi tre anni e svela anche dei dettagli inediti sull’arrivo all’ombra del Vesuvio: “La ricostruzione del Napoli – ha detto – è una indicazione del presidente dopo l’ultima stagione: non si capisce come mai una squadra che vince il campionato arriva a 40 punti dalla testa l’anno dopo. L’idea era di ripartire, scegliendo il mister che in fatto di ricostruzioni è il numero uno: anche all’Inter anni fa arrivammo in una squadra che da tanti anni non vinceva nulla. In queste situazioni difficili, Conte si esprime al meglio, lo intrigano e così ha accettato il Napoli. Mi chiamò e mi disse che era una situazione dove c’era molto da fare, un progetto a medio-lungo termine per riportare il Napoli dove gli compete. Queste cose intrigano anche me”.
“Si parla a tutti – sottolinea – poi serve essere psicologi e capire lo stato d’animo, per eventualmente aiutarlo. È capitato anche di intervenire in maniera dura come dopo il 3-0 di Verona, l’intervento non fu leggero, ma era doveroso. Speriamo non capiti più. Abbiamo un gruppo che ci segue molto. Sui risultati va dato merito all’allenatore, è il fuoriclasse del nostro gruppo. Poi anche giocatori ed ambiente, ma stiamo con i piedi per terra perché il nostro obiettivo inizialmente non era vincere il campionato. Lì sopra ci stiamo volentieri, ma l’obiettivo è di arrivare tra le prime quattro per poi giocare la Champions League, importante anche economicamente. A questo punto della stagione stiamo lì sopra perché qualche squadra sta mancando”.
Oriali parla delle avversarie principali: “Le squadre che mi hanno più impressionato sono l’Atalanta e l’Inter: hanno una rosa consolidata da anni, si sono rinforzati e hanno quasi due squadre. Ritengo che siano le favorite per lo scudetto, poi ci sono le outsider come noi. Il campionato è anomalo finora, vista la classifica molto stretta in alto: mancano i punti del Milan così come quelli della Juventus torneranno su. Sarà una lotta fino alla fine e speriamo di sorridere tutti assieme. Io sto vivendo una bellissima esperienza a Napoli e non lo pensavo inizialmente. Sono contento di aver detto sì al presidente e a Conte, mi auguro – conclude il dirigente azzurro – che l’esperienza possa andare avanti ancora meglio, mi piacerebbe lasciare una traccia importante”.
L’ex guerriero del centrocampo di Inter e Fiorentina, campione del Mondo nel 1982 con l’Italia, delinea gli obiettivi da raggiungere con Conte in azzurro nei prossimi tre anni e svela anche dei dettagli inediti sull’arrivo all’ombra del Vesuvio: “La ricostruzione del Napoli – ha detto – è una indicazione del presidente dopo l’ultima stagione: non si capisce come mai una squadra che vince il campionato arriva a 40 punti dalla testa l’anno dopo. L’idea era di ripartire, scegliendo il mister che in fatto di ricostruzioni è il numero uno: anche all’Inter anni fa arrivammo in una squadra che da tanti anni non vinceva nulla. In queste situazioni difficili, Conte si esprime al meglio, lo intrigano e così ha accettato il Napoli. Mi chiamò e mi disse che era una situazione dove c’era molto da fare, un progetto a medio-lungo termine per riportare il Napoli dove gli compete. Queste cose intrigano anche me”.
“Si parla a tutti – sottolinea – poi serve essere psicologi e capire lo stato d’animo, per eventualmente aiutarlo. È capitato anche di intervenire in maniera dura come dopo il 3-0 di Verona, l’intervento non fu leggero, ma era doveroso. Speriamo non capiti più. Abbiamo un gruppo che ci segue molto. Sui risultati va dato merito all’allenatore, è il fuoriclasse del nostro gruppo. Poi anche giocatori ed ambiente, ma stiamo con i piedi per terra perché il nostro obiettivo inizialmente non era vincere il campionato. Lì sopra ci stiamo volentieri, ma l’obiettivo è di arrivare tra le prime quattro per poi giocare la Champions League, importante anche economicamente. A questo punto della stagione stiamo lì sopra perché qualche squadra sta mancando”.
Oriali parla delle avversarie principali: “Le squadre che mi hanno più impressionato sono l’Atalanta e l’Inter: hanno una rosa consolidata da anni, si sono rinforzati e hanno quasi due squadre. Ritengo che siano le favorite per lo scudetto, poi ci sono le outsider come noi. Il campionato è anomalo finora, vista la classifica molto stretta in alto: mancano i punti del Milan così come quelli della Juventus torneranno su. Sarà una lotta fino alla fine e speriamo di sorridere tutti assieme. Io sto vivendo una bellissima esperienza a Napoli e non lo pensavo inizialmente. Sono contento di aver detto sì al presidente e a Conte, mi auguro – conclude il dirigente azzurro – che l’esperienza possa andare avanti ancora meglio, mi piacerebbe lasciare una traccia importante”.