Fu uno degli indagati, oggi destinatario di un arresto in carcere, ad avvertire i carabinieri che il baby boss 27enne Emanuele Marsicano aveva un cellulare in carcere. La circostanza emerge dall’ ordinanza con la quale oggi il gip Maria Rosaria Aufieri ha disposto 15 arresti su richiesta della DDA, notificati dalla Polizia di Stato.
La circostanza risale all’ 8 ottobre 2022: i carabinieri erano in perlustrazione in un’auto “civetta” quando vengono fermati dall’indagato, un 59enne gestore di una piazza di spaccio, che li aveva riconosciuti. L’uomo oggi arrestato, rivolgendosi ai militari con tono ironico, chiede se in carcere si potessero usare i telefoni, visto che il giorno precedente aveva ricevuto una videochiamata di minacce da Marsicano. In quel frangente però si accorge che la vettura dei carabinieri era seguita da un ragazzino in bici, lo stesso – dice ai militari però solo dopo che il giovane si era allontanato – che il giorno prima gli aveva gli aveva consegnato il telefono, già in videochiamata, dal quale Marsicano lo aveva minacciato dicendogli: “ti pensavi che ero morto? Io sono sempre qua… devi pagare 3mila euro a settimana oppure 50mila subito… altrimenti ti uccidiamo”.