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Quattro maggio 2023. Esattamente un anno fa il Napoli festeggiava il suo terzo Scudetto, al termine di un’annata storica, chiusa con largo anticipo. Nella notte di Udine la squadra di Luciano Spalletti si prendeva il tricolor. La rete a inizio ripresa di Osimhen annullò quella nel primo tempo di Lovric e mise fine alla spasmodica attesa per l’inizio delle celebrazioni. Il fischio finale aprì il sipario su una notte indimenticabile. Quando l’arbitro Abisso fischiò la conclusione della partita, tutta l’ansia, l’inquietudine dell’attesa, il tormento per un risultato che pareva non volesse arrivare mai si sciolse in pochi attimi. La festa finalmente potè cominciare.

Lo stadio Maradona esplose in un boato assordante, e lo stesso successe in tutti i quartieri di Napoli: una gioia incontenibile, rumorosa, un fragore perfino superiore a quello della notte di Capodanno, per la conquista del terzo scudetto della storia. Centinaia di migliaia di persone scesero in strada tutte insieme sventolando bandiere azzurre, cantando i cori dello stadio. Si rivivono le stesse scene vissute nel 1987 e nel 1990, in occasione della vittoria dei due primi scudetti. Il cielo buio della città è illuminato dalle scie dei fuochi d’artificio che si accendono dappertutto, caratterizzando, come è consuetudine per i napoletani, un momento di festa e di gioia collettiva. I tifosi del Napoli si mischiano, condividendo il loro travolgente entusiasmo, con le migliaia di turisti italiani e stranieri, tantissimi dei quali indossano per questa occasione speciale le magliette azzurre dei giocatori del Napoli, acquistate sulle bancarelle che punteggiano ogni angolo di strada, al centro come in periferia. Sventolano a migliaia le bandiere, suonano le trombe, si accendono i fumogeni, la gente, vestita d’azzurro, stringe in mano le sciarpe camminando lungo le strade attraversate da migliaia di festoni e vessilli sbattuti dal vento.  Ma questo è solo l’inizio di una festa che durerà a lungo.