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“A luglio potrebbe essere proclamata la candidatura a patrimonio Unesco, della Via Appia Antica per la città di Benevento”.

Giuseppe Ceraudo, docente dell’Università di Lecce, studioso della via Traiana e componente del  comitato scientifico, costituito presso il Ministero della Cultura, per la candidatura dell’Appia a patrimonio dell’Unesco, questo pomeriggio a Palazzo Paolo V ha dato l’annuncio di un traguardo ambito agognato e, a quanto pare, vicinissimo. Per Benevento sarebbe un ulteriore riconoscimento prestigioso dopo quello ottenuto per la Chiesa di Santa Sofia nell’ambito del sito seriale dei Longobardi, mentre il Sannio già vanta un altro sito Patrimonio Unesco per l’Acquedotto Carolino del Vanvitelli, limitatamente alla parte iniziale della celebre opera del Luigi Vanvitelli.  

L’incontro sulla Via Appia, voluto dall’Archeoclub di Benevento nell’ambito della presentazione al pubblico, per la sua Collana di Studi, della prima traduzione in italiano del saggio a firma di Ashby e Gardner, curata dagli allievi della classe III sezione D del Liceo Classico Giannone di Benevento, coordinati dalla docente Elena Intorcia, è stato dunque l’occasione propizia per l’annuncio del docente Ceraudo che ha curato per il Ministero anche la ricca documentazione filmata del tracciato dell’Appia. Va sottolineato che hanno contribuito alla realizzazione del lavoro di traduzione dello straordinario diario di viaggio i docenti Elena D’Onofrio e Angelo Bosco.

L’itinerario della via Appia è da porre al centro delle politiche di sviluppo sostenibile per rafforzare l’offerta di nuovi attrattori, fondamentali per la crescita in chiave culturale delle aree interne, ma anche per la tutela del nostro immenso patrimonio: è questo uno degli elementi fondanti della proposta di inserimento della Appia nel Patrimonio Unesco. Nella sua duplice funzione di luogo di transito e di strada di comunicazione verso le porte d’Oriente, la via Appia è tra le testimonianze più imponenti e durevoli lasciate dalla civiltà romana perni contemporanei e per quanti verranno. Il presidente dell’Archeoclub di Benevento Franco Morante ha sottolineato come Benevento abbia rappresentato una città di transito, uno polo di scambio di direttrici fondamentali per lo sviluppo.  Ad aprire i lavori, moderati da Angelo Bosco, è stato Nicola Sguera docente del prestigioso Liceo Giannone che, con legittimo orgoglio, ha sottolineato la grande produzione storica e culturale che il Sannio ha potuto offrire nella sua storia a servizio della formazione dei giovani. 

Poi ha voluto rimarcare come il Liceo Classico e i alcuni dei suoi allievi abbiano effettuato un lavoro egregio di tradizione ma non solo  per  porre al centro lo studio di quegli anni.

L’assessore comunale alla Cultura Antonella Tartaglia Polcini ha riconosciuto il lavoro svolto dai ragazzi del Giannone nell’effettuare un lavoro di traduzione di un testo ed ha rimarcato: “I ragazzi hanno dimostrato cittadinanza attiva“. Poi ha aggiunto: “Proporrò questi ragazzi come alfieri della cultura e dell’Unesco”. Quindi ha raccomandato ai giovani: “Continuate a studiare. E’ un investimento per il vostro futuro che può portarvi lontano”. Il prorettore dell’Università del Sannio Giuseppe Marotta: “La storia di Benevento è immensa, ma mancano fattori di sviluppo. Ritengo che questo possa essere uno paradosso, il patrimonio culturale che possiede il nostro territorio è davvero enorme”.  Elena Intorcia, con l’ausilio delle allieve Fulgida Frattolillo e Carmen Maria Pia Nista, ha quindi illustrato il lavoro di traduzione compiuto e le difficoltà per attualizzare uno scritto redatto oltre un secolo fa. La docente ha sottolineato come lo studio sia iniziato a fine ottobre e terminato solo pochi giorni fa: “Un saggio di 70 pagine circa che gli allievi hanno voluto lavorare in maniera seria e adeguata affinché il volume avesse una sua caratteristica originale”. Le due allieve hanno sottolineato che non è stato facile tradurre in maniera letterale il saggio.

Il docente Ceraudo, che ha dialogato con Morante, ha sottolineato come il territorio italiano rappresenti foto uniche che con gli anni la loro bellezza è stata  massacrato.

Il docente ha spiegato che sulla via Traiana il Ministero ha voluto offrire percorsi omogenei per i suoi tracciati stradali per far meglio comprendere la storia e la cultura che si sono sviluppati attorno all’arteria e grazie all’arteria.